Prescrizione Cartelle Esattoriali a Brescia

Le cartelle esattoriali rappresentano l’atto amministrativo con cui l’Ente di Riscossione riscuote uno o più tributi dai contribuenti morosi. Ogni cartella di pagamento ha una decadenza ed un termine di prescrizione.

Cosa significa prescrizione della cartella esattoriale?

La prescrizione della cartella esattoriale rappresenta la scadenza della stessa, ovvero il termine superato il quale, l’ente creditizio non può più pretendere il pagamento da parte del debitore. In genere le cartelle dell’Agenzia Entrate Riscossione hanno una prescrizione che varia dai 10 ai 3 anni a seconda del tributo che hanno ad oggetto.

L’ente creditore tuttavia può evitare la prescrizione inviando al debitore moroso, prima della scadenza, invia un atto interruttivo.

Ad esempio sono atti interruttivi della prescrizione la notifica di una cartella di pagamento o di un’intimazione di pagamento, il preavviso di fermo o ipoteca o un qualsiasi atto di pignoramento.

Con l’invio di uno di questi atti la prescrizione si interrompe ed il conteggio del termine si azzera e riparte da quel momento.

Quali sono i principali termini di prescrizione?

Il termine di prescrizione per ogni cartella è contenuto all’interno della stessa e varia in base al tributo da pagare:

  • Iva, Irpef, Irap e le imposte di registro hanno un termine di prescrizione di 10 anni;
  • Le multe come i contributi Inps ed Inail hanno una prescrizione di 5 anni;
    Anche la Tasi, Tari, Ici, Trasu e Tosap si prescrivono in 5 anni;
  • Il bollo auto ha una prescrizione di 3 anni (prescrizione breve);
  • Canone Rai e diritti alla Camera di Commercio sempre 10 anni.

Quando si prescrive una cartella esattoriale?

La cartella esattoriale si prescrive quando dal momento della ricezione dell’atto al momento della scadenza del tributo da pagare, l’ente creditizio non ha inviato alcun atto interruttivo.

Se ad esempio il contribuente riceve una cartella notificata il 1° gennaio 2016, la cartella si prescriverà il 31 dicembre 2025 se il tributo ad oggetto ha una prescrizione di 10 anni.

Una volta che si è verificata la prescrizione l’ente creditore non può più incassare ed il contribuente non è tenuto a pagare; se il debitore ha comunque erroneamente pagato non può chiedere la restituzione degli importi versati.

La prescrizione della cartella esattoriale si compie per il solo decorrere della scadenza del termine del tributo di riferimento, non necessita di alcuna istanza per definirsi tale.

Decorso detto termine l’ente creditore dovrebbe procedere con la cancellazione d’ufficio dei debiti e con la sospensione della richiesta di pagamento al contribuente.

Quando scade la cartella esattoriale


Quando scade la cartella esattoriale? La scadenza è differente dalla prescrizione della cartella esattoriale. Tra la notifica della cartella e l’avvio del pignoramento non può decorrere più di un anno.

Trascorso detto termine l’ente creditore non può procedere al pignoramento, ma deve prima notificare un nuovo sollecito (intimazione di pagamento) e poi avviare il pignoramento entro un termine massimo di 180 giorni, altrimenti l’esecuzione forzata è illegittima.

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Vediamo alcune recensioni sul lavoro che ho svolto da parte di alcuni nostri clienti.

Matteo Manzella

Matteo Manzella



Ho conosciuto l'avvocato Micotti su indicazione di un conoscente. In questi casi, quando manca una conoscenza diretta, spesso si è titubanti soprattutto se si ha la necessità di affidarsi ad un professionista che ispiri fiducia. L'avvocato Simona Micotti mi ha accompagnato passo dopo passo per risolvere il mio problema facendomi sentire accolto fin da subito sentito; non mi sono mai sentito un caso.

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Mi sono rivolto all’avv. Simona Micotti in quanto, in seguito ad un infortunio in cui avevo subito la rottura di un braccio, essendo costretto a stare a casa per tre mesi, il mio datore di lavoro non mi versava più lo stipendio e non avevo neppure certezze in merito alla continuazione della collaborazione e al mio rientro in attività.
Mi ero rivolto al sindacato di zona che, dopo un tentativo di trattativa, mi ha consigliato di rivolgermi ad un legale.

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Ramon Marchina

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Ero stato assunto a tempo indeterminato presso una piccola ditta artigiana, ma il lavoro negli ultimi mesi era notevolmente calato così avevo trovato un’altra occupazione. Mi sono rivolto all’avv. Micotti, su consiglio di alcuni miei colleghi che la conoscevano, perché avevo intenzione di dimettermi e temevo ritorsioni quali il mancato pagamento dello stipendio e del TFR, anche perché con i pagamenti il mio datore di lavoro era indietro di tre mensilità.

L’avv. Micotti mi ha innanzitutto informato che avevo l’obbligo di dare il preavviso, pertanto, quando sono arrivato in officina e mi è stato detto di andarmene via subito ho preteso, come mi aveva detto l’avvocato, che mi venisse firmata una dichiarazione di rinuncia al preavviso.

Successivamente l’avv. Micotti ha richiesto che mi venissero pagati gli stipendi arretrati e il TFR, ma il mio datore di lavoro continuava ad accampare scuse, così l’avvocato, ha immediatamente depositato un ricorso in tribunale.

Il giorno prima dell’udienza il mio datore di lavoro per evitare la causa ha versato quanto mi era dovuto, oltre ad un risarcimento per le spese legali e il ritardo nel pagamento.

Consiglio l’avvocato Simona Micotti in quanto è chiara e precisa, mi ha spiegato subito come dovevo comportarmi e come si doveva trattare col mio datore di lavoro. Ha ottenuto il risultato che desideravo velocemente e mi sono sentito tutelato fin da subito.

Carlo Trevisani

Carlo Trevisani



Ho lavorato per oltre vent’anni presso un Hotel. Negli ultimi anni la proprietaria dell’hotel aveva deciso di appaltare alcuni servizi a società esterne. Da allora i dipendenti venivano licenziati e riassunti periodicamente dalle nuove società che gestivano i servizi.

Io ero formalmente assunto come facchino, ma in realtà svolgevo la mansione di giardiniere.
La nuova datrice di lavoro dopo avermi inviato ben 5 lettere di contestazione disciplinare per fatti innocui mi sospendeva cautelarmente dal lavoro ritenendo che il fatto che avessi la maglietta sporca fosse talmente grave da giustificare detto provvedimento.

Tramite l’associazione sindacale rispondevo alle contestazioni chiedendo senza esito un incontro.
Trovandomi nell’impossibilità di tornare al lavoro e di risolvere la vicenda mi rivolgevo all’avv. Simona Micotti.

Quest’ultima ha avviato un ricorso urgente presso il Tribunale del Lavoro. In meno di un mese il provvedimento cautelare è stato ritenuto illegittimo e la datrice di lavoro è stata condannata a reintegrarmi immediatamente nel posto di lavoro pagandomi tutte le competenze maturate oltre alle spese legali. Con l’avvocato Simona Micotti ho avuto un’eccellente esperienza.

Ho riscontrato massima serietà, molta cordialità e sensibilità, ottima disponibilità al dialogo. Mi sono sentito a mio agio e ho ottenuto ottimi risultati.

Consiglio l’avvocato Simona Micotti in quanto in uno dei momenti più buoi in cui non sapevo come sarebbe stato il mio futuro mi ha fornito un valido sostegno morale e la speranza e la pazienza per credere nella possibilità di risolvere la mia situazione.

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