Motivi di licenziamento a Brescia

Le motivazioni del licenziamento possono essere licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo o oggettivo, licenziamento per cessazione di attività, per malattia o per sopravvenuta invalidità o per assenze ingiustificate.

Quali sono i principali motivi del licenziamento

 Salvo casi espressamente disciplinati dalla legge – come il licenziamento di una colf o nel periodo di prova – il datore che assume un lavoratore non può licenziarlo a suo piacimento ma può interrompere il rapporto di lavoro solo per specifiche motivazioni.

Esiste un elenco dei motivi di licenziamento che, tuttavia, non può prevedere qualsiasi ipotesi possibile.

La legge e la contrattazione collettiva, pertanto si limitano a prevedere delle macro aree. In particolare le cause di licenziamento previste dalla Legge sono:

  • Licenziamento in tronco
  • Licenziamento per giustificato motivo oggettivo o soggettivo
  • Licenziamento per malattia o sopravvenuta invalidità
  • Licenziamento per assenza ingiustificata
  • Licenziamento per crisi aziendale o cessata attività

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è dovuto a motivazioni relative all'organizzazione dell’azienda come il riassetto della produzione o una crisi aziendale e quindi non dipende da un inadempimento del dipendente.

Il datore può quindi licenziare il dipendente se è superfluo (ad esempio per esternalizzazione del ramo d’azienda) ma solo dopo aver provato che non è possibile applicare alcun repechage, quindi ri-assegnarlo ad altre mansioni anche inferiori.

Il licenziamento per malattia è possibile solo nel caso in cui il dipendente superi il periodo di comporto, salvo che la malattia stessa sia riconducibile ad inadempienze del datore con particolare riferimento alle norme di prevenzione e sicurezza sul luogo di lavoro, con onere della prova a carico del dipendente.

In caso di sopravvenuta invalidità il dipendente può essere licenziato solo se il datore dimostra che non può (ri)allocarlo in altre mansioni compatibili o posti liberi.

Cause licenziamento in tronco

Tra i motivi di licenziamento a Brescia previsti dalla Legge e più usati dai datori di lavoro, il licenziamento per giusta causa (in tronco) è il più frequente. Questa tipologia di licenziamento non necessita di preavviso in quanto è dovuta a gravi inadempienze imputate al lavoratore, tali da non consentire nemmeno in via temporanea la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Motivi di licenziamento per giusta causa

Il licenziamento in tronco può avvenire per allontanamento ingiustificato dal posto di lavoro o ad esempio per produzione di certificati medici falsi o violenza sul posto di lavoro, per assenze ingiustificate o per utilizzo arbitrario dei permessi concessi dalla legge.

Il licenziamento per giusta causa può ancora avvenire per rivelazione dei segreti aziendali a terzi o ancora per svolgimento di attività in concorrenza.

Un’altra tipologia di interruzione del rapporto di lavoro che rientra nelle cause di licenziamento previste dalla legge è il licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

 A differenza del licenziamento senza giusta causa, in questo caso le inadempienze imputate al lavoratore non sono talmente gravi da richiedere il licenziamento immediato, infatti è necessario che il datore rispetti il periodo di preavviso previsto dalla contrattazione collettiva nazionale.

Quando non vengono rispettati i requisiti previsti dalla legge, si parla di licenziamento illegittimo ed in particolare quando viene attuato un licenziamento per ragioni discriminatorie o quando viene imputato un licenziamento senza giusta causa perché l’inadempienza su cui si basa non sussiste, o, ancora, quando il riassetto dell’azienda è solo fittizio o quando il datore non verifica – prima di licenziare per giustificato motivo oggettivo – la possibilità di repechage. 

È altresì illegittimo il licenziamento intimato in forma orale o quando non si da al lavoratore la possibilità di difendersi, quello intimato per causa di matrimonio, in gravidanza e fino al primo anno di età del bambino o durante il congedo parentale.

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Vediamo alcune recensioni sul lavoro che ho svolto da parte di alcuni nostri clienti.

Matteo Manzella

Matteo Manzella



Ho conosciuto l'avvocato Micotti su indicazione di un conoscente. In questi casi, quando manca una conoscenza diretta, spesso si è titubanti soprattutto se si ha la necessità di affidarsi ad un professionista che ispiri fiducia. L'avvocato Simona Micotti mi ha accompagnato passo dopo passo per risolvere il mio problema facendomi sentire accolto fin da subito sentito; non mi sono mai sentito un caso.

Lavoravo da circa due anni presso lo studio di un commercialista, con un contratto di collaborazione occasionale. In realtà lavoravo full time otto ore al giorno dal lunedì al venerdì e lo stipendio mi veniva versato in nero.

Mi sono rivolto all’avv. Simona Micotti in quanto, in seguito ad un infortunio in cui avevo subito la rottura di un braccio, essendo costretto a stare a casa per tre mesi, il mio datore di lavoro non mi versava più lo stipendio e non avevo neppure certezze in merito alla continuazione della collaborazione e al mio rientro in attività.
Mi ero rivolto al sindacato di zona che, dopo un tentativo di trattativa, mi ha consigliato di rivolgermi ad un legale.

L’avvocato Simona Micotti ha avviato una causa davanti al Giudice del lavoro. La vertenza è stata conclusa con un accordo conciliativo: ho ricevuto un cospicuo risarcimento per il mancato versamento dei contributi oltre alla liquidazione del TFR.

Consiglierei  l'avvocato Micotti per le sue qualita'. E'una professionista preparata, seria e con le idee chiare. Affidabile e pronta ad andare fino in fondo.

Ramon Marchina

Ramon Marchina



Ero stato assunto a tempo indeterminato presso una piccola ditta artigiana, ma il lavoro negli ultimi mesi era notevolmente calato così avevo trovato un’altra occupazione. Mi sono rivolto all’avv. Micotti, su consiglio di alcuni miei colleghi che la conoscevano, perché avevo intenzione di dimettermi e temevo ritorsioni quali il mancato pagamento dello stipendio e del TFR, anche perché con i pagamenti il mio datore di lavoro era indietro di tre mensilità.

L’avv. Micotti mi ha innanzitutto informato che avevo l’obbligo di dare il preavviso, pertanto, quando sono arrivato in officina e mi è stato detto di andarmene via subito ho preteso, come mi aveva detto l’avvocato, che mi venisse firmata una dichiarazione di rinuncia al preavviso.

Successivamente l’avv. Micotti ha richiesto che mi venissero pagati gli stipendi arretrati e il TFR, ma il mio datore di lavoro continuava ad accampare scuse, così l’avvocato, ha immediatamente depositato un ricorso in tribunale.

Il giorno prima dell’udienza il mio datore di lavoro per evitare la causa ha versato quanto mi era dovuto, oltre ad un risarcimento per le spese legali e il ritardo nel pagamento.

Consiglio l’avvocato Simona Micotti in quanto è chiara e precisa, mi ha spiegato subito come dovevo comportarmi e come si doveva trattare col mio datore di lavoro. Ha ottenuto il risultato che desideravo velocemente e mi sono sentito tutelato fin da subito.

Carlo Trevisani

Carlo Trevisani



Ho lavorato per oltre vent’anni presso un Hotel. Negli ultimi anni la proprietaria dell’hotel aveva deciso di appaltare alcuni servizi a società esterne. Da allora i dipendenti venivano licenziati e riassunti periodicamente dalle nuove società che gestivano i servizi.

Io ero formalmente assunto come facchino, ma in realtà svolgevo la mansione di giardiniere.
La nuova datrice di lavoro dopo avermi inviato ben 5 lettere di contestazione disciplinare per fatti innocui mi sospendeva cautelarmente dal lavoro ritenendo che il fatto che avessi la maglietta sporca fosse talmente grave da giustificare detto provvedimento.

Tramite l’associazione sindacale rispondevo alle contestazioni chiedendo senza esito un incontro.
Trovandomi nell’impossibilità di tornare al lavoro e di risolvere la vicenda mi rivolgevo all’avv. Simona Micotti.

Quest’ultima ha avviato un ricorso urgente presso il Tribunale del Lavoro. In meno di un mese il provvedimento cautelare è stato ritenuto illegittimo e la datrice di lavoro è stata condannata a reintegrarmi immediatamente nel posto di lavoro pagandomi tutte le competenze maturate oltre alle spese legali. Con l’avvocato Simona Micotti ho avuto un’eccellente esperienza.

Ho riscontrato massima serietà, molta cordialità e sensibilità, ottima disponibilità al dialogo. Mi sono sentito a mio agio e ho ottenuto ottimi risultati.

Consiglio l’avvocato Simona Micotti in quanto in uno dei momenti più buoi in cui non sapevo come sarebbe stato il mio futuro mi ha fornito un valido sostegno morale e la speranza e la pazienza per credere nella possibilità di risolvere la mia situazione.

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